ℓє ємσzισnι nσn ѕσnσ ѕємρяє ιммєdιαtαмєntє ѕσggєttє αℓℓα яαgισnє, мα ѕσnσ ѕємρяє ιммєdιαtαмєntє σggєttσ dι αzισnє.

ωιℓℓιαм נαмєѕ

giovedì 25 giugno 2009

recensione "positiva" di Luana Magnone

RECENZIONE POSITIVA: un blog che mi è piaciuto tra tanti è http://ilcuorealritmodelweb.blogspot.com....
Al contrario del blog precedente analizzato, questo blog emoziona!! Sia tecnicamente e sia l'argomento trattato perchè vicino a noi giovani!!Parla delle emozioni, sentimenti, amicizie, passioni e affetti...che proviamo attraverso questo processo di virtualizzazione!



Mie considerazioni:Sono contenta, come dicevo nel mio post precedente che lo scopo del mio blog sia arrivato un pò a tutti e sicuramente le recensioni positive lo confermano!! Come dice Luana il mio obiettivo è mostrare proprio come oggi noi giovani stiamo diventando grandi "consumatori di social networks, perchè grazie a loro ci sentiamo parte di una comunità che contemporanemente mette in contatto con le stesse fonti: E' in questo modo che si alimenta il senso di appartenenza di gruppo. Di comunità virtuale...o meglio di ambiente digitale!
Visto che la comunicazione da diretta diventa sempre più mediata, vediamo che le nuove tecnologie ci consentono di comunicare, di interagire virtualmente simulando una compresenza fisica.
Giungiamo quindi alla tanto discussa Comunicazione telematica interattiva!!

Concludo precisando che pubblicherò anche le recensioni negative..ovviamente mi devo pur difendere!!!

mercoledì 24 giugno 2009

martedì 23 giugno 2009

Recensione del mio blog di Francesca Aversa

Il Blog che ho preferito, rispetto a molti altri, è stato quello creato da Rita Maria Stanca intitolato Il cuore al ritmo del Web! Il Blog mi è piaciuto molto perchè tratta il problema delle relazioni sociali su Internet, argomento molto discusso anche stamane nella Biblioteca dell'Area Umanistica durante il seminario di Ambienti Digitali. Il Blog è stato molto curato, anche nei minimi dettagli, partendo dai Gadget e finendo all'editing! Mi sono piaciuti molto anche i colori utilizzati e gli articoli trattati. E' stato uno dei primi Blog a nascere ed è stato seguito dall'autrice sin dall'inizio, con costanza e dedizione!! Veniva sempre aggiornato ed è stato modificato seguendo i preziosi consigli della Redazione. Ha personalità ed è stato d'esempio per tantissime persone.


Mie considerazioni:

Prima di tutto voglio ringraziare Francesca che tra molti blogs ha preferito il mio,..grazieeee!!
Spero con tutto il "cuore" che gli argomenti e i post trattati nel mio blog risultino davvero interessanti non solo per i miei sostenitori, ma anche per i visitatori (circa 220 grazie!!).
L'intento del mio blog è stato quello di mostrare come oggi i new Media costituiscano ormai “l’ambiente di vita” che dà forma a gran parte delle esperienze cognitivo-emotive e socio-relazionali delle giovani generazioni, nonché la loro principale agenzia di socializzazione.
Nel Web si trasmettono e ricevono emozioni e si realizzano affetti.
Come ho scritto in un mio post anche se i nicknames rappresentano il corrispettivo delle maschere carnevalesche. Nel mondo digitale chi vive di sole parole ne impara poi a riconoscere ogni variazione e ogni sfumatura. Lo stile è una firma quasi inequivocabile. I dubbi, le paure, le finzioni si leggono comunque fra le righe di una chat.

lunedì 22 giugno 2009

Eroi e divi digitali

Cosa accadrebbe se coloro che vediamo nello specchio fossero le persone reali, e noi le immagini riflesse?
Semplice: saremmo noi a sparire quando loro non ci sono più.
Sempre più persone ormai gestiscono la loro vita sociale tramite i social networks; sempre più giovani e giovanissimi li usano per trasformarsi, diventare forti, sicuri di sé, essere amici di tutti, sapere i fatti di tutti, creare gruppi, avere un carattere, una sicurezza, uno spessore che nella realtà non hanno. Cosa succederebbe a tutti costoro se i social networks chiudessero? Semplicemente, sparirebbero. Perché a lungo andare i loro avatar, le loro immagini digitali, hanno preso il sopravvento, sono quelle le persone reali, che hanno amici, partner e persino fans in tutto il mondo, che fanno i test, che ricevono richieste di "amicizia" da chiunque.
Le persone in carne ed ossa non sono più reali, sono pallide imitazioni di ciò che sono in rete, ombre di alter ego sempre più alter e sempre meno ego.
Niente limiti, niente controlli, niente parental advisories, sono chi voglio e dico cosa mi pare. Se questa illusione dorata dovesse sparire, si tornerebbe alla solida normalità, in cui, come sul web, si viene giudicati per come si appare, ma a differenza del web non si può scegliere come apparire, e volenti o nolenti si rimane ciò che si è.
In fondo i social network sono una risposta nuova ad un bisogno antico di noi giovani: l'alienazione, la trasfigurazione, la fuga da un mondo che va stretto, da una relazione opprimente, da una vita che ha stufato. In principio fu il suicidio, poi le droghe, poi i videogiochi, ora i social network.
Quindi, in un certo senso sono un fortuna poichè
l’ambiente virtuale può fornire la sicurezza necessaria per manifestare ciò che proviamo, per acquisire la consapevolezza e l’autostima necessaria nel mondo reale.

sabato 20 giugno 2009

S1mOne..tra finzione e realtà

E’ più facile far credere una cosa a centomila persone che ad una sola.”

S1m0ne è uno dei film che nel 2002 mi ha davvero colpito e mi sembra giusto e soprattutto “azzeccato” riproporlo nel mio blog.
S1m0ne è una pellicola che affronta il tema dell'illusorietà e della tecnologia.

“Victor Taransky, regista in crisi, si imbatte nella creazione di un genio del computer: Simone, la donna più bella del mondo. In breve tempo ne fa una vera e propria star, acclamata ed idolatrata ovunque vada. Quando la presenza di Simone diventa troppo ingombrante, però, Victor si rende conto che eliminarla non è così facile...”

La finzione nella finzione. Questa e' Simone, splendida attrice che tutti subito amano, ma che in realtà è' solo un codice binario,“Simulation One”, vale a dire un software che dà vita ad una diva virtuale fatta su misura. Questa pellicola soprattutto può essere letta come un avvertimento per questa società sempre più ossessionata dalle apparenze, sempre più legata ad uno schermo, che sia quello di un televisore o quello di un computer. Un'ossessione di cui il regista Andrew Niccol ci svela metaforicamente il pericolo: Hank, dopo aver passato 3 anni della sua vita davanti al computer, viene ucciso da questo. Ed è Simone ad essere ritenuta vera, non le opere di Taransky. Tanto che lo stesso regista si dimenticherà di "farsi" ringraziare durante la notte degli Oscar, oscurato egli stesso dall'illusione che credeva di aver creato.Un'illusione che, anche se scoperta, non potrà esser cancellata, ma dovrà continuare a vivere, perché ormai i suoi fans non possono farne a meno, proprio come tutti noi stiamo perdendo ogni giorno di più il contatto con la verità, sostituendolo con ciò che passa sullo schermo.
E quindi non posso che concludere con una delle citazioni più famose del film.

“La nostra capacità di creare il falso supera la nostra capacità di scoprirlo.”

venerdì 19 giugno 2009

Legami...a distanza

Un amico lontano
è a volte più vicino
di qualcuno a portata di mano.

E' vero o no
che la montagna ispira più reverenza
e appare più chiara al viandante della valle
che non all'abitante delle sue pendici ?


~ Kahlil Gibran

mercoledì 17 giugno 2009

Immensità..digitale

Voi vi chiederete il perché ho postato il celebre dipinto” viandante sul mare di nebbia” dell’artista romantico Caspar David Friedrich, che raffigura un uomo di spalle che ammira il panorama che gli si apre davanti, in un luogo dove ciò che ci sta a “cuore” sono le emozioni e la comunicazione sul Web.
Questo quadro ci offre il confronto tra la piccolezza dell’uomo e la vastità della natura.
Si percepisce sicuramente il sublime, concetto assolutamente importante per i romantici. Si può notare la natura e il senso di impotenza umano.

Ci offre il confronto tra la piccolezza dell’uomo e la vastità della natura.
Ma..
Oggi l’uomo che si meraviglia dinanzi alla natura è diventato l’utente di fronte alla virtualizzazione, all’era digitale, che da un lato ci spaventa ma dall’altro ci offre un vasto spazio per alimentare la nostra voglia di sognare,commuoversi ed emozionarsi.

Il termine “emozione”, deriva dal verbo latino “ex-moveo”, ossia “muovere fuori”, perciò l’emozione sta ad indicare ciò che fa muovere un essere fuori di sé verso l’altro e l’ambiente circostante.
Quando si parla di emozioni pensiamo a quel regno dell’autentico e dell’imprevedibile della nostra vità personale che comprende affetti, passioni e sentimenti, come l’amore e l’amicizia, che oggi sono sempre più esaltate da questo processo di virtualizzazione.
In una società sempre in continusa crisi, la rete rappresenta per noi ragazzi, un ottimo strumento di “fuga dalla realtà”, in cerca di punti di connessione e di riferimento, sempre più spesso ci si rivolge alla mediazione di uno schermo.

sabato 13 giugno 2009

Desideri e timori in chat: si può davvero nasconderli?

Il gioco amoroso online, inoltre, non è pericoloso, non ci sono violenze o malattie; l’ambiente non è impegnativo e, in caso di imbarazzo, è sempre possibile scollegarsi dalla rete o cambiare stanza virtuale e pseudonimo.
La relazione mediata accellera la comunicazione intensificandola di sfumature ma, anche, di contenuti. Gli interlocutori si scambiano parole che, forse, in un incontro reale non pronuncerebbero o, magari, direbbero solo dopo una lunga frequentazione.


Chi vive di sole parole ne impara poi a riconoscere ogni variazione e ogni sfumatura.
Lo stile è una firma quasi inequivocabile. I dubbi, le paure, le finzioni si leggono fra le righe di una chat.

Sebbene chi entra in rete lo fa per curiosità, per gioco, per provare emozioni, sono molto complesse le motivazioni che spingono le persone ad incontrarne altre virtualmente: da una parte vi è quel senso di solitudine già evidenziato, dall’altra il desiderio di mostrare la parte più intima di sé, quella che forse per timore, per timidezza o insicurezza si tiene nascosta nella vita di tutti i giorni.

martedì 9 giugno 2009

To my virtual friend

Vi riporto una poesia che a mio parere esprime tutto ciò che oggi un’amicizia virtuale rappresenta per noi giovani, cioè la consapevolezza, o forse l’illusione, che da qualche parte, c’è qualcuno dal quale ti senti compreso malgrado le distanze, le emozioni celate e i pensieri inespressi.

A te che ti avvicini seguendo
l'equilibrismo dei miei pensieri
e raccogli le storie di oggi
e le delusioni di ieri,
che vivi in questo mio presente
tra speranze e delusioni,
sorridendo ed ascoltando il mio sentire,
potrei regalare le prospettive nuove.
Le speranze pronte a volare
Senza nuvole grigie
ma con mille raggi di sole.
Vorrei stringerti una mano
guardandoti negli occhi,
Vorrei far vivere il mio mondo
e tutto il suo calore,
e di cose belle o brutte
ne avrei da dire
se tu fossi presente
e non sogno o illusione,
se tu fossi reale
e non personaggio
di un mondo troppo virtuale.
La fiducia mia non è cieca
ed anche se il desiderio
di un vero amico mai si acquieta,
ho imparato ora a capire
la differenza tra un sogno
e la realtà che vuole ingannare.
Tra i tanti personaggidi questo mondo strano,
ho trovato te
che comprendi e leggi dentro al cuore
ogni sottile palpito e traduci in parole
anche quello che non saprei dire.
Uno specchio che immagine riflette
di ogni mio pensiero.
Fortuna è la mia
ed allora ti prego ...
Non mi svegliare.
Amico proveniente dal mondo
detto dell'inganno,
io ne sono certa,
tu non ne fai parte
perché nel mio cuore
vivi e sei sempre reale.


taken from here

lunedì 1 giugno 2009

Virtual Love

Quando nella vita reale si incontra una persona, generalmente viene a crearsi la “prima impressione”. Le caratteristiche delle sensazioni di “calore” o “freddezza” che la persona incontrata suscita in noi,spesso sono affidate alla comunicazione non verbale: l’espressione del viso, lo sguardo, il tono della voce, la gestualità sono elementi che contribuiscono a portare l’idea che si ha di una persona verso il “caldo” o il “freddo”.
Nel mondo virtuale della rete, venendo a mancare i canali della comunicazione para e non verbale, le parole scritte giocano un ruolo di primaria importanza nello stabilire la “temperatura” psicologica degli interlocutori. Molte ricerche sulle espressioni e impressioni emotive giocate in Internet portano avanti l’idea che online tutti sembrano “più freddi”. Ad esempio, quando si chatta in una stanza virtuale con un altro interlocutore, un ritardo nella risposta d una eventuale domanda può anche indurre ritenere che la conversazione intavolata sia di scarso interesse.

L’universo delle opportunità offerto dalla rete amplifica la possibilità di mentire, insita in ogni forma di comunicazione, e specialmente in quella a distanza filtrata da uno schermo.
Anche la dimensione dell’attrazione fisica, se vissuta e sperimentata nella rete, pone nuovi interrogativi. Nella vita reale l’attrazione fisica è una dimensione potente e pervasiva che influenza il comportamento relazionale delle persone; la capacità e l’attitudine nel provocare attrazione può rappresentare un grande vantaggio sia per chi vuole piacere agli altri sia per favorire la nascita di un rapporto sentimentale. Nelle relazioni in rete questo mettere tra parentesi la consuetudine a basare l’incontro sull’aspetto fisico spinge a riflettere sulle ragioni altre per cui le persone si attraggono nel gioco amoroso virtuale.

martedì 26 maggio 2009

lo studente che collabora gradualmente non paga tasse e poi viene premiato

Il problema della personalizzazione nella formazione di base d'eccellenza
1. non passa attraverso la serialità (che presupone qualità scadente per molti)
2. learning virale in un contesto mediatico (ricerca punto di vista condiviso)
3. sala controllo diffusa per il reference
4. lo studente che collabora gradualmente non paga tasse e poi viene premiato

Sentimenti sul Web

La vità sullo schermo ci abitua sempre più a pratiche di superficie che non richiedono l’impegno di andare in profondità, che il più delle volte si ripercuote nella vita reale e quotidiana, e persino nella sfera dell’intimità.
Come osserva Georg Simmel, le emozioni mostrano la persona che siamo. Nella loro autoevidenza, esse ci rendono visibili svelando, a volte più di quanto vogliamo mostrare di noi stessi all’altro: ciò che il nostro volto esprime, quando siamo emozionati è il vissuto delle esperienze che ci hanno fatt diventare la persona che siamo. E’ ciò che i giovani temono nella comunicazione faccia a faccia è mostrarsi nudi allo sguardo dell’altro.
La comunicazione mediata non li espone a questi rischi e ciò costituisce una delle ragioni per cui i giovani la utilizzano con sempre maggiore frequenza. Questo non esclude la possibilità di vivere emozioni e costruire relazioni; anche se oggi, ciò appare più probabile e frequente nella “vita sullo schermo” che non nella vita quotidiana dove con sempre maggiore frequenza i giovani incontrano difficoltà, rischi, incertezze. Sarà anche per questa ragione che, alla ricerca di una convalida del proprio modo di vivere, sentire e pensare, oggi tendiamo a sovraesporre la propria intimità in altri luoghi (chat, blog, community, siti personali, Second Life). Infatti non è escluso, come è ipotizzato da Turkle,
che l’ambiente virtuale possa fornire la sicurezza necessaria per manifestare ciò che proviamo, per acquisire la consapevolezza e l’autostima nel mondo reale.

Da dove veniamo? Chi siamo? E dove andiamo?

Oggi grazie all’azione del WEB, si afferma una cultura emozionale fondata sullo “straripamento”delle emozioni e sulla loro spettacolarizzazione che, di fatto, non valorizza le emozioni, ma le mortifica riducendole a merci “da consumare in silenzio e in solitudine. L’esibizione delle emozioni, incoraggiata e legittimata dalla cultura dei new media, capeggiata da Internet, mentre diventa il nuovo imperativo al quale conformarsi, forse l’unico modo di esserci e di partecipare, promuove contestualmente l’emergenza di un individuo deprivato e muto, costretto a vivere una intimità fasulla e una partecipazione fittizia.

Dominique Wolton afferma che con l’avvento della Rete, la persona si trova a vivere un’era di “solitudini interattive”; un ipotesi che trova riscontro nella preoccupazione costante di essere sempre e comunque raggiungibili. A quest’ansia della reperibilità corrisponde la nascita di “strane preoccupazioni” come quella di non essere cercati nonostante la costante reperibilità.

L'amore ai tempi di Internet

Oggigiorno è possibile fare tutto sul web: acquisti, viaggi, visite, incontri… E così è anche possibile trovare l'amore, con un "click"! I siti che invitano al virtuale incontro sono ormai tantissimi...
Sul web è possibile non solo conoscersi, ma anche incontrarsi, amarsi e magari sposarsi!!
Le relazioni sentimentali ormai stabili, nate in rete, sono infatti migliaia. Si comincia per gioco, magari nella speranza di incontrare l'anima gemella. E a volte succede davvero che ci scappi il colpo di fulmine!
Si comincia a chattare e a raccontarsi qualcosa, di solito passa un po' di tempo prima di incontrarsi e quindi quando accade, ci si conosce già. La nostra è una generazione nuova, i figli di internet! Sono numerosi i siti che ci permettono di rimanere in contatto con le persone a noi care o, come nel nostro caso, di conoscerne di nuove! Tra questi i più conosciuti sono : Loveline, Meetic, Cupido e Nirvam.
Sulla community, oltre alle numerose chat, si trova anche un blog destinato a tutti coloro i quali vogliano raccontare la propria storia. IL suo nome è WEBLOVE ed è uno spazio aperto agli iscritti nel quale si possono postare i racconti delle esperienze amorose natesu blog, forum, chat o sui nostri famosi siti di incontro…

sabato 16 maggio 2009

Le emozioni di una foto...in CHAT!!

Giunge dalla Gran Bretagna una soluzione per porre fine agli equivoci delle chat: un software che riesce a trasformare un’immagine neutra dell’utente in sei diverse espressioni che corrispondono a sei diversi stati d’animo.

Il meccanismo è semplicissimo: l’utente carica una propria foto o immagine, seleziona con il mouse il contorno degli occhi, delle labbra, le estremità della sopracciglia e quindi decide l’intensità che vuole conferire alla foto.
Il software quindi utilizza i punti selezionati dall'utente per modificare l'espressione neutra in gioia, tristezza, paura, rabbia, sorpresa e avversione. Ciò è possibile anche grazie ad un database di immagini facciali al quale il software attinge per controllare la giusta distanza tra i vari punti del viso, in modo da rendere l'immagine fedele il più possibile all'emozione voluta.

Ma sorge spontanea una domanda, o meglio, una riflessione.

Quanto “reali” possono essere questi stati d’animo, se vengono modificate le espressioni vere ed autentiche che solo l’espressione di un attimo e la magia di una foto riescono a regalarci?

domenica 10 maggio 2009

Ritorno Alla Realtà!

Un ragazzo, come molti altri al giorno d'oggi...è assediato dai social networks, ha profili diversi su community diverse, nonostante le tentazioni...cerca di ritornare alla vita "reale"...ma ci riuscirà?

giovedì 7 maggio 2009

Nicknames: giù la maschera!!!

I Nicknames sono il corrispettivo digitale delle maschere carnevalesche. Come queste ultime infatti, da un lato nascondono la vera identità di chi le indossa, e dall’altro attirano l’attenzione sul potere espressivo evocati dai particolari di quella maschera. Ciò vuol dire che se si sceglie, ad esempio, uno pseudonimo tratto dal mondo delle fiabe, probabilmente si vuole restituire un immagine di sé romantica e fanciullesca; così come, se il nick ha a che fare con personaggi tratti dalla mitologia greca, la parte di sé che si vuole fare percepire è, forse, colta, raffinata, misteriosa. Le possibilità di metamorfosi ma anche di inganno e stratagemma sono caratteristiche molto presenti nell’incontro amoroso in rete; l’adolescente può tentare di avere una relazione adulta, come una persona timida può diventare una persona disinibita e priva di (apparenti) scrupoli.

mercoledì 6 maggio 2009

Oggi mi sento? I FEEL FINE!!

Al giorno d'oggi Internet funge un pò come lo specchio di GRIMILDE, la strega di Biancaneve.
Attraverso il web, infatti spesso cerchiamo qualcuno che ci capisca, magari che non conosciamo ma che dall'altra parte dello specchio..ehm..volevo dire dello schermo, sa esattamente cosa proviamo, cosa vogliamo sentirci dire in quel momento, quali sono i nostri desideri e le nostre paure.


E la domanda sorge spontanea.
Perchè non trovare questo individuo tra i milioni di blogger che affollano la rete?
WE FEEL FINE!!


A questo infatti, ci pensa WE FEEL FINE (http://www.wefeelfine.org/), il sito che raccoglie i sentimenti del web!!

Nato nell’agosto del 2005, raccoglie tutte le “emozioni” espresse a livello globale da numerosi weblog. Ogni tot minuti il sistema cerca tra i post pubblicati sui blog la parola “I feel” o “I am feeling”, una volta trovata registra la frase e identifica il sentimento abbinato (gioia o tristezza). Data anche la struttura dei blog estrae età, genere, località.
Così ogni giorno vengono emesse nuove emozioni che vanno ad aggiungersi al database.Sono più tristi le donne o gli uomini, gli inglesi o gli americani? I messaggi cambiano di colore e forma rivelando una mappatura del sentimento umano, che si modifica nel tempo.

sabato 2 maggio 2009

Nicknames: To Be Or Not To be?

Per creare legami affettivi, noi giovani utilizziamo sempre più programmi come MSN messenger, Skype, Badoo Second Life che prevedono l’auto-attribuzione di un’avatar, ossia un immagine da riportare sulla rete e un Nickname, ovvero la creazione di uno pseudonimo identificativo attraverso il quale gestire la propria immagine in rete.
Il nome scelto non è vissuto come un distacco dall’identità reale e quotidiana, poiché lascia sempre trasparire qualcosa della propria personalità o delle proprie caratteristiche fisiche, perciò possioamo dire che si tratta di una sorta di ri- sistemazione di una parte del proprio sé.

La comunicazione mediata

Quando nella vità reale si incontra una persona, generalmente si viene a creare la “prima impressione” attraverso: l’espressione del viso, lo sguardo, il tono della voce, la gestualità. Nel mondo virtuale della rete, venendo a mancare i canali centrali della comunicazione non verbale, sono le parole e le frasi scritte che giocano un ruolo di primaria importanza nello stabilire la “temperatura psicologica” degli interlocutori.

Gli svantaggi della comunicazione mediata sono:

Maggior possibilità di mentire a causa della mediazione con lo schermo.
Rapporto sempre più costruito sulla superficialità.
L'impossibilità del contatto fisico.

Tra i suoi vantaggi:

La libera espressione dei moti dell’animo, dal momento che la protezione dello schermo consente di innalzare l’autostima e di abbassare le difese senza correre rischi.
Le opportunità della simulazione che consente di conoscere molteplici sé e di esibirli sul web liberamente.

La comunicazione diretta

I vantaggi della comunicazione diretta sono:

L’importanza dello sguardo, cioè ciò che svela la propria all’altrui interiorità, rendendo visibile l’uno all’altro chi siamo, proprio attraverso la manifestazione di ciò che proviamo in quel dato momento.
Una maggiore sincerità.
La possibilità di un contatto fisico.

Tra gli svantaggi:

L’esposizione in prima persona.
Il timore di mostrarsi allo sguardo altrui.la reticenza a palesare la propria fragilità.
Il rischio di un possibile smascheramento dal momento che non sempore si è ciò che si mostra.

Dalla Comunicazione diretta a quella Mediata

I New Media costituiscono ormai “l’ambiente di vita” che dà forma a gran parte delle esperienze cognitivo-emotive e socio-relazionali delle giovani generazioni, nonché la loro principale agenzia di socializzazione.

Nel Web si trasmettono e ricevono emozioni e si realizzano affetti.
L’esperibiltà del mondo, le modalità di approcciare e interagire con le sue diverse realtà si sono trasformate, diventando sempre meno dirette (face to face) e sempre più mediate, grazie a nuove tecnologie che disancorano gli individui dallo spazio e dal tempo e consentono la possiblità di comunicare “virtualmente”, simulando un’apparente compresenza fisica.

Questo processo di “virtualizzazione” mostra come la comunicazione mediata consenta a noi giovani non solo dio estendere la relazione al di là dei limiti spazio-temporali connessi alla fisictà del proprio corpo, ma anche di esprimere liberamente le proprie emozioni, smentendo così l’opinione comune che vede l’espressione di un’autenticità-emozionale solo nell’ambito della comunicazione diretta.

Noi giovani pur dichiarando di preferire la comunicazione diretta, siamo grandi consumatori di social networks, perché grazie a loro ci sentiamo parte integrante di una comunità che contemporaneamente si mette in contatto con le stesse fonti, perché grazie ad essi troviamo il materiale per alimentare la nostra voglia diu sognare, commuiversi, evadere da una realtà che non sempre e soprattutto non per tutti si presenta sempre in modo felice.

Per noi giovani sapere che gli altri vedono, sentono e ascoltano le stesse cose a cui prestiamo attenzione è qualcosa di positivo.
In questo modo si alimenta il senso di appartenenza ad una comunità di simili che, per il fatto stesso di avvicinarsi nello stesso momento agli stessi messaggi, si acquisisce un’identità di gruppo.
Perciò, possiamo avere l’impressione di collocarci al centro del mondo, di sentirci protagonisti di qualunque evento potendovi partecipare nel momento stesso in cui si verifica.

Le Emozioni Nel Web


Le emozioni, gli affetti, i sentimenti e le passioni presuppongono, orientano e governano le nostre azioni e le nostre interazioni sociali.

Il cuore che pulsa, le mani sudate, il respiro affannato, il tremore degli arti che accompagna, ad esempio, sensazioni di intensa paura, sono correlati fisiologici molto evidenti dell'emozione.

Ma uno degli aspetti che caratterizza la nostra società attuale è il passaggio dall'esperienza diretta delle cose alla loro rappresentazione che il Web e gli altri media hanno fortemente contribuito a determinare, dilatando lo spettro esperienziale di ognuno di noi in una dimensione sempre più virtuale.

Le emozioni non sono sempre immediatamente soggette alla ragione, ma sono sempre immediatamente oggetto di azione. William James